๐ผ ๐๐ฎ๐ ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐ ๐๐๐ซ๐ข๐ ๐ข (๐๐จ๐ง ๐๐ข๐๐ซ๐จ ๐ ๐๐๐๐๐ฆ๐จ๐ข๐ฌ๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐๐จ๐๐จ) ๐ซ๐ท
- Aurora Redville
- 26 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Sono bastati due giorni a Parigi per farmi dimenticare la password del Wi-Fi e ricordarmi quella della meraviglia. Il viaggio รจ iniziato in treno, comodo e silenzioso, con Lโeffetto Grant aperto sulle ginocchia e Piero โ mio cugino e compagno dโavventure urbane โ al mio fianco. Lรฌ, mentre il paesaggio scorreva veloce fuori dal finestrino, abbiamo cominciato a fantasticare su cosa avremmo fatto appena messi piede nella cittร che sa sempre come sedurre.
Il nostro itinerario ha preso subito una piega moltoโฆ chic. Avenue Montaigne, con le sue boutique da sogno e i marciapiedi perfettamente silenziosi, รจ stato il nostro primo giro panoramico. Piero fotografava ogni dettaglio: dalle maniglie delle porte ai lampioni con riflessi dorati. Io mi fermavo a leggere i menu (rigorosamente in corsivo elegante) esposti fuori da bistrot dove unโinsalata costa quanto una notte in provincia. Per pranzo, perรฒ, abbiamo scelto il piรน accogliente Cafรฉ de Flore, nel cuore di Saint-Germain-des-Prรฉs. Ho preso unโomelette aux fines herbes e lui una zuppa dโoignon gratinรฉe che definire โconfortanteโ รจ riduttivo. Le patatine, croccanti al punto giusto, sono scomparse in tempo record.
Abbiamo visitato anche le Jardin du Palais-Royal, nascosto e silenzioso come un segreto da non svelare troppo in fretta. Lรฌ, tra le colonne di Buren e le panchine ombreggiate, abbiamo fatto una pausa con un pain au chocolat ๐ฅ ancora caldo preso da Stohrer, la pasticceria piรน antica di Parigi (e probabilmente la piรน fotogenica). Da lรฌ, Piero ha voluto portarci fino a Rue des Barres, nel Marais, una stradina lastricata che sembra uscita da un romanzo illustrato. Niente caos, solo quiete, una chiesetta medievale e un angolo di pace da cui non avremmo piรน voluto andar via.
Il giorno dopo รจ arrivato il momento piรน atteso: la visita alla casa di Coco Chanel, al numero 31 di Rue Cambon. Entrarci รจ come aprire una scatola di segreti ben custoditi: tutto profuma di stile, silenzio e intuizione. I leoni, i paraventi orientali, i candelabriโฆ ogni oggetto รจ una dichiarazione di carattere. Piero fotografava con rispetto, io cercavo di immaginare Coco seduta sul suo celebre divano in tweed, intenta a ridisegnare il mondo femminile a colpi di ago, coraggio e profumo.
E poi, ovviamente, la Tour Eiffel. ๐ผ Siamo arrivati a piedi, attraversando Pont Alexandre III, il piรน scenografico dei ponti parigini, giusto in tempo per vederla accendersi. Parigi in quel momento era tutta lรฌ, racchiusa in una foto (di Piero) e in uno sguardo (il mio) tra lo stanco e lโincantato. E no, non abbiamo salito i gradini โ ma ci siamo concessi una coupe de champagne con vista, in perfetto spirito da โturisti consapevoliโ.
Due giorni, mille passi, tre musei (incluso un salto rapido al Musรฉe de lโOrangerie per salutare le ninfee di Monet), diversi pain au chocolat, e almeno otto volte in cui Piero mi ha detto: โAspetta, rifacciamo la foto che hai chiuso gli occhiโ.
Parigi รจ cosรฌ: ti prende sottobraccio con eleganza, ti invita a rallentare, e poi ti lascia addosso una voglia strana di rileggerti. Meglio ancora se con una baguette in mano e un cugino simpatico accanto.
๐๐๐ซ๐๐ข, ๐๐๐ซ๐ข๐ฌ. ๐ ๐ ๐ซ๐๐ณ๐ข๐ ๐๐จ๐๐จ, ๐ฉ๐๐ซ ๐๐ฏ๐๐ซ๐๐ข ๐ซ๐ข๐๐จ๐ซ๐๐๐ญ๐จ ๐๐ก๐ ๐ฌ๐ญ๐ข๐ฅ๐ รจ ๐ฌ๐๐ฉ๐๐ซ๐ ๐๐ก๐ข ๐ฌ๐๐ข โ ๐๐ง๐๐ก๐ ๐ข๐ง ๐ฌ๐ง๐๐๐ค๐๐ซ๐ฌ.














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