top of page

๐Ÿ—ผ ๐ƒ๐ฎ๐ž ๐ ๐ข๐จ๐ซ๐ง๐ข ๐š ๐๐š๐ซ๐ข๐ ๐ข (๐œ๐จ๐ง ๐๐ข๐ž๐ซ๐จ ๐ž ๐Œ๐š๐๐ž๐ฆ๐จ๐ข๐ฌ๐ž๐ฅ๐ฅ๐ž ๐‚๐จ๐œ๐จ) ๐Ÿ‡ซ๐Ÿ‡ท

Sono bastati due giorni a Parigi per farmi dimenticare la password del Wi-Fi e ricordarmi quella della meraviglia. Il viaggio รจ iniziato in treno, comodo e silenzioso, con Lโ€™effetto Grant aperto sulle ginocchia e Piero โ€“ mio cugino e compagno dโ€™avventure urbane โ€“ al mio fianco. Lรฌ, mentre il paesaggio scorreva veloce fuori dal finestrino, abbiamo cominciato a fantasticare su cosa avremmo fatto appena messi piede nella cittร  che sa sempre come sedurre.



Il nostro itinerario ha preso subito una piega moltoโ€ฆ chic. Avenue Montaigne, con le sue boutique da sogno e i marciapiedi perfettamente silenziosi, รจ stato il nostro primo giro panoramico. Piero fotografava ogni dettaglio: dalle maniglie delle porte ai lampioni con riflessi dorati. Io mi fermavo a leggere i menu (rigorosamente in corsivo elegante) esposti fuori da bistrot dove unโ€™insalata costa quanto una notte in provincia. Per pranzo, perรฒ, abbiamo scelto il piรน accogliente Cafรฉ de Flore, nel cuore di Saint-Germain-des-Prรฉs. Ho preso unโ€™omelette aux fines herbes e lui una zuppa dโ€™oignon gratinรฉe che definire โ€œconfortanteโ€ รจ riduttivo. Le patatine, croccanti al punto giusto, sono scomparse in tempo record.



Abbiamo visitato anche le Jardin du Palais-Royal, nascosto e silenzioso come un segreto da non svelare troppo in fretta. Lรฌ, tra le colonne di Buren e le panchine ombreggiate, abbiamo fatto una pausa con un pain au chocolat ๐Ÿฅ ancora caldo preso da Stohrer, la pasticceria piรน antica di Parigi (e probabilmente la piรน fotogenica). Da lรฌ, Piero ha voluto portarci fino a Rue des Barres, nel Marais, una stradina lastricata che sembra uscita da un romanzo illustrato. Niente caos, solo quiete, una chiesetta medievale e un angolo di pace da cui non avremmo piรน voluto andar via.



Il giorno dopo รจ arrivato il momento piรน atteso: la visita alla casa di Coco Chanel, al numero 31 di Rue Cambon. Entrarci รจ come aprire una scatola di segreti ben custoditi: tutto profuma di stile, silenzio e intuizione. I leoni, i paraventi orientali, i candelabriโ€ฆ ogni oggetto รจ una dichiarazione di carattere. Piero fotografava con rispetto, io cercavo di immaginare Coco seduta sul suo celebre divano in tweed, intenta a ridisegnare il mondo femminile a colpi di ago, coraggio e profumo.


E poi, ovviamente, la Tour Eiffel. ๐Ÿ—ผ Siamo arrivati a piedi, attraversando Pont Alexandre III, il piรน scenografico dei ponti parigini, giusto in tempo per vederla accendersi. Parigi in quel momento era tutta lรฌ, racchiusa in una foto (di Piero) e in uno sguardo (il mio) tra lo stanco e lโ€™incantato. E no, non abbiamo salito i gradini โ€” ma ci siamo concessi una coupe de champagne con vista, in perfetto spirito da โ€œturisti consapevoliโ€.


Due giorni, mille passi, tre musei (incluso un salto rapido al Musรฉe de lโ€™Orangerie per salutare le ninfee di Monet), diversi pain au chocolat, e almeno otto volte in cui Piero mi ha detto: โ€œAspetta, rifacciamo la foto che hai chiuso gli occhiโ€.


Parigi รจ cosรฌ: ti prende sottobraccio con eleganza, ti invita a rallentare, e poi ti lascia addosso una voglia strana di rileggerti. Meglio ancora se con una baguette in mano e un cugino simpatico accanto.


๐Œ๐ž๐ซ๐œ๐ข, ๐๐š๐ซ๐ข๐ฌ. ๐„ ๐ ๐ซ๐š๐ณ๐ข๐ž ๐‚๐จ๐œ๐จ, ๐ฉ๐ž๐ซ ๐š๐ฏ๐ž๐ซ๐œ๐ข ๐ซ๐ข๐œ๐จ๐ซ๐๐š๐ญ๐จ ๐œ๐ก๐ž ๐ฌ๐ญ๐ข๐ฅ๐ž รจ ๐ฌ๐š๐ฉ๐ž๐ซ๐ž ๐œ๐ก๐ข ๐ฌ๐ž๐ข โ€” ๐š๐ง๐œ๐ก๐ž ๐ข๐ง ๐ฌ๐ง๐ž๐š๐ค๐ž๐ซ๐ฌ.

Commenti


© 2021 by Aurora Redville 

โ€‹«In realtà sono convinta che la gelosia non sia il metro con cui misurare l’amore, bensì le nostre insicurezze. Credo però che ce ne voglia una giusta dose in ogni rapporto d’amore, perché attraverso di essa si compiono determinate azioni per l’amato e lo si fa sentire importante.»

Aurora

bottom of page