Parigi, les jeux sont faits
- Aurora Redville
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Diario di una (ex) milanese con il cuore tra moda e montagne
Ciao amica (o amico) di luce 🌸
Ci sono giorni in cui mi sembra di avere vissuto due vite.
Nella mia vita precedente — quella milanese, fatta di taxi presi all’ultimo, aperitivi infiniti e sogni cuciti su tessuti preziosi — ho avuto la fortuna di entrare, anche solo per un istante, nel meraviglioso circo della moda.
Ricordo ancora quella sera: un invito per una sfilata, uno di quei biglietti che profumano di privilegio e mistero. E io che ci arrivavo al braccio di un ragazzo bellissimo, elegante, con lo sguardo che sapeva sempre dove fermarsi. Apparteneva a una di quelle famiglie “che contano”, e per qualche ragione trovava me… fantastica. Tranquilli: era gay, quindi nessun dramma sentimentale, solo una folle, adorabile amicizia fatta di risate, Martini dry e notti in discoteca.
Le notti a Milano avevano un profumo particolare: un mix di pioggia sui sanpietrini, profumo buono e musica che non finiva mai. Ogni volta che si accendevano le luci di una passerella, mi sembrava di entrare in un sogno in technicolor — un sogno che ancora oggi porto nel cuore.
Oggi vivo in Valsesia, immersa nel verde e nel silenzio, eppure mi capita spesso di chiedermi: come ho fatto a cambiare vita così radicalmente?
Forse perché, tra tutto quel luccichio, mi mancava qualcosa di più autentico: L’amore, prima di tutto, e così ho scelto di scambiare la “Milano da bere” con un bicchiere di vino davanti al camino. Ho lasciato le luci per le stelle. Ma non ho mai smesso di amare la moda. Non potrei.
La moda per me è una forma d’arte, un linguaggio che racconta chi siamo anche quando non parliamo. Cambia come cambiamo noi, e ogni volta che leggo di una nuova settimana della moda mi si accende ancora quella scintilla negli occhi.

Quest’anno, ad esempio, ho seguito con curiosità la Settimana della Moda di Parigi. E vi assicuro: les jeux sont faits. I giochi sono stati fatti, le strategie svelate, e le collezioni — attese come promesse — finalmente mostrate al mondo.
Dopo Milano, dove abbiamo visto i “nuovi” Gucci by Demna e il sorprendente Versace di Dario Vitale, Parigi ha calato i suoi assi. E, come sempre, lo ha fatto con quella classe che non si impara: o ce l’hai, o non ce l’hai.
Chanel mi ha letteralmente incantata. Matthieu Blazy ha saputo mescolare passato e presente in modo intelligente: non un restyling forzato per strizzare l’occhio ai più giovani, ma un ritorno alla vera essenza della maison, con un tocco di modernità che profuma di futuro. Non so se “svecchiare” sia la parola giusta — direi piuttosto “rinfrescare la memoria del desiderio”. Voto? Un 9 pieno, con lode per la grazia.
💎 Loewe, con Jack McCollough e Lazaro Hernandez, è stata la sorpresa più chic: ironica, portabile, intelligente.🌫️ Balenciaga, sotto Pierpaolo Piccioli, ha trovato una nuova poesia, più intima e riflessiva.🎭 Dior, invece, ha diviso: Jonathan Anderson ha osato, e io credo che l’audacia sia la forma più pura dell’eleganza.
E così, tra un articolo e un cappuccino caldo, mi è tornato in mente il mio amico milanese. Chissà se anche lui, tra un foulard e un sorriso, ha guardato le stesse sfilate. Forse sì. Perché certe passioni non svaniscono — si trasformano.
Oggi la mia passerella è un sentiero di montagna, ma la mia anima è ancora cucita su misura. Perché la vera bellezza — quella con la B maiuscola — non passa mai di moda.
💕 Cosa sto amando questo mese
🌿 Un profumo: “Replica – Under the Lemon Trees” di Maison Margiela. Mi ricorda Milano in primavera e le mattine lente in Valsesia: fresco, luminoso, un piccolo viaggio olfattivo tra città e natura.
📚 Un libro: “L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery. Lo rileggo ogni autunno. È una storia che parla di sguardi, di bellezza nascosta, di vite silenziose che brillano più di quanto sembri.
👢 Un dettaglio di stile: gli stivali in pelle color burro con tacco basso. Pratici, femminili, perfetti per chi — come me — vive tra sentieri e nostalgie metropolitane.
🎶 Una colonna sonora: “Je te laisserai des mots” di Patrick Watson. La metto la sera, quando scrivo. È malinconica al punto giusto.
✨ A volte la vera eleganza è restare sé stessi, anche quando il mondo cambia guardaroba.
Con amore,
Aurora
Redville Journal nasce dal desiderio di aprirvi il mio mondo, oltre la scrittura, la lettura e le storie che invento. Qui voglio parlarvi di ciò che amo, di ciò che mi ispira e di tutti quei dettagli che rendono la vita — la mia vita — un po’ più bella e vera, e poi anche io sognavo di fare la stilista.
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