Maria Antonietta secondo Loputyn: tra illustrazione e memoria culturale
- Aurora Redville
- 14 mag
- Tempo di lettura: 5 min
Il corpo di una regina tra arte, storia e anime: un viaggio visivo e intimo nella figura di Maria Antonietta
La graphic novel Maria Antonietta, con testi di Lorenza Tonani e le illustrazioni di Loputyn, pubblicata da Stay-Hop! Edizioni, offre una rilettura intensa e visivamente affascinante della figura storica della sovrana più osservata della monarchia francese. A colpire, fin dalle prime pagine, è il modo in cui il corpo della regina diventa protagonista: narrato, sezionato, imposto, rifiutato, ma anche celebrato in ogni sua contraddizione.
L’opera è costruita con un taglio narrativo che alterna riflessione interiore e ricostruzione storica, mescolando confessioni intime con episodi chiave della biografia della regina. Si parte dal momento del distacco dall’infanzia austriaca, quando, ancora adolescente, Maria Antonietta lascia Vienna per la Francia. Un viaggio che non è solo geografico, ma anche simbolico: nel padiglione della “Cerimonia della Consegna” le viene tolto tutto, anche il cane che aveva portato con sé. Un gesto che segna l'inizio della spoliazione dell'individuo a favore dell'icona, della persona a favore della funzione politica.
Loputyn, con il suo tratto etereo e onirico, enfatizza questi passaggi come se fossero sogni lucidi, incubi eleganti in cui il corpo femminile -il vero oggetto del patto dinastico tra Austria e Francia- è continuamente modellato, esibito, giudicato. L’illustrazione non fa solo da accompagnamento al testo, ma diventa un secondo strato narrativo che parla con silenzi, sguardi e dettagli simbolici. In questo, la scelta di affidare la parte visiva a un’artista come Loputyn si rivela centrale: il suo stile sospeso tra fiaba oscura e romanticismo riesce a restituire tanto la fragilità quanto l’ambiguità del personaggio.

Maria Antonietta è costretta fin da giovanissima a ricoprire un ruolo che non ha scelto, e il volume non nasconde l’aspetto più crudele della sua vicenda. Il matrimonio con Luigi XVI, la freddezza del delfino, la mancata consumazione dell’unione: tutto è raccontato dal punto di vista di una giovane che si ritrova prigioniera di un apparato formale spietato. La scena della vestizione pubblica -rituale che sottolinea la gerarchia nobiliare fino al parossismo- è descritta con toni quasi surreali, e contribuisce a costruire il senso di alienazione che pervade la protagonista.
Il testo di Lorena si addentra con decisione nei momenti più intimi e dolorosi, dando voce a una regina che, prima di tutto, è una ragazza, una moglie, una madre. L’autrice mette in luce il contrasto tra l’euforia delle frivolezze di corte -abiti, acconciature, gioielli- e la pressione politica, l’obbligo della maternità, la sorveglianza costante del suo corpo. In queste pagine si avverte chiaramente la frattura tra la vita privata e quella pubblica, tra l’essere umano e il simbolo.
E proprio su questo punto si inserisce un confronto inevitabile per chi, come me, è cresciuta con un’altra immagine di Maria Antonietta: quella proposta nel celebre anime giapponese Lady Oscar. Sebbene il manga Versailles no Bara, ideato da Riyoko Ikeda, sia frutto di una forte rielaborazione romanzata, il ritratto della regina che ne emerge ha lasciato un segno profondo nell'immaginario collettivo, soprattutto italiano.
Nel manga, Maria Antonietta è mostrata attraverso lo sguardo di Oscar François de Jarjayes, personaggio fittizio ispirato a un ufficiale realmente esistito, François Augustin Régnier de Jarjayes. Ma Ikeda compie un’inversione narrativa potente: rende Oscar una donna cresciuta come uomo, che diventa comandante della Guardia Reale, e che vive con intensità la tensione tra dovere e sentimento, tra aristocrazia e rivoluzione. Oscar finisce per schierarsi con il popolo, mentre Maria Antonietta appare spesso come vittima di un sistema che l’ha ingabbiata, ma anche responsabile delle sue leggerezze.
La graphic novel si avvicina a questa lettura, pur mantenendo un tono più intimo e meno epico. Le due rappresentazioni condividono un punto di vista critico e umano: Maria Antonietta non è più soltanto la regina frivola, simbolo degli sprechi dell’ancien régime, ma una figura complessa, che ha attraversato traumi personali, imposizioni politiche, contraddizioni sociali. La differenza sta nel tipo di racconto: se Lady Oscar usa il melodramma storico per riflettere sul genere e sul potere, Maria Antonietta di Lorena Tonani e Loputyn punta su un registro psicologico e corporeo, scavando nel vissuto femminile.
Come lettrice e appassionata fin da bambina della storia di Maria Antonietta, ritrovarla in questa versione illustrata è stato un ritorno emotivo e insieme un approfondimento. Ho amato Lady Oscar per la sua forza tragica, per la sua capacità di mettere in scena ideali e passioni. Ma qui ho potuto sentire il peso del silenzio e dell’osservazione, della prigione dell’apparenza. Ho guardato una Maria Antonietta meno romanzata, più umana, spesso smarrita. Ho visto le stanze di Versailles con occhi diversi, non più solo cornici di intrighi, ma teatri di attesa, insicurezza e solitudine.
Maria Antonietta è un’opera che invita a riflettere non solo sul personaggio storico, ma anche sul modo in cui la sua immagine è stata costruita e decostruita nel tempo. Tra illustrazione e parola, tra storia e memoria culturale, il volume ci restituisce una figura che ha molto da raccontare ancora oggi, soprattutto a chi, come me, ha imparato da ragazzina a guardare il passato attraverso la poesia malinconica degli anime.
Leggere Maria Antonietta è stato per me qualcosa di più di un’esperienza estetica o storica. È stato un incontro.
Un ritorno, sì, ma anche una scoperta nuova. Da bambina, Maria Antonietta era quella figura algida e affascinante che orbitava intorno al vero cuore pulsante di Lady Oscar. Era la regina dai capelli alti e dallo sguardo smarrito, fragile e potente al tempo stesso. Ma in questa graphic novel l’ho sentita vicina in un modo diverso, più diretto. La sua voce -seppur ricostruita- mi ha parlato con un’intimità spiazzante.
Le illustrazioni e i testi di Lorena Tonani e Loputyn mi hanno fatto riflettere su quante donne, anche oggi, si sentano osservate, interpretate, indirizzate. Quante siano costrette a corrispondere a ruoli, aspettative, funzioni. In Maria Antonietta ho rivisto la figura archetipica della donna “data in pasto” all’opinione pubblica, alla famiglia, alla politica.
Ho pensato anche a come spesso siamo chiamate a costruirci un'identità dentro spazi non scelti, a trovare respiro tra i rituali degli altri.
Il linguaggio visivo di Loputyn mi ha riportato a emozioni adolescenziali, a quel modo così particolare che ha l’illustrazione di parlare al cuore e non solo alla mente. E mi ha fatto capire perché, nonostante gli anni, continuo ad amare opere come Lady Oscar: perché ci ricordano che la storia, anche quella con la “S” maiuscola, è fatta di persone. Di voci, di corpi, di silenzi.
Questa graphic novel è, per me, una lettera. Una lettera dal passato, ma scritta nel linguaggio di oggi. Un invito a leggere tra le righe della Storia. A guardare la regina, ma anche la ragazza. E a riconoscerci, magari, almeno un po’, in entrambe.
Una lettura che consiglio caldamente a tutti per la bellezza che trasmette.
Non posso che consigliare la colonna sonora per questo meraviglioso volume, la scelta ricade su The Cinematic Orchestra -To Build A Home
Buona lettura
La vostra Aurora Redville
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